Soft skill o competenze trasversali?
Come probabilmente saprai le soft skill (le competenze “morbide” definite così per contrapposizione alle hard skill) sono di fatto le competenze trasversali, ovvero quelle competenze utili trasversalmente in tutti i settori merceologici, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda.
Sono infatti competenze legate all’individuo, alla sua motivazione, alla comunicazione, alla gestione dello stress, del tempo e del conflitto, alla resilienza, alla capacità di lavorare in gruppo e di risolvere problemi e molto altro, vengono dette anche competenze comportamentali e sono utilissime anche per i liberi professionisti (come emerge spesso nelle consulenze La ruota della realizzazione).
Quindi le due espressioni, quella inglese e quella italiana, sono sostanzialmente dei sinonimi.
C’è una di queste competenze di cui oggi si parla moltissimo ed è la capacità di gestire le diversità, detta anche diversity management.
In una società che diventa sempre più multietnica o comunque connessa con l’estero, in un momento in cui il tema dell’identità di genere è sotto gli occhi di tutti, in un periodo storico in cui nelle aziende convivono generazioni molto differenti fra di loro per cultura e valori, è fondamentale possedere questa competenza.
Da dove cominciare a creare integrazione attraverso le soft skill o competenze trasversali?
Si può partire dal modo in cui parliamo, perché i gerghi ed i tecnicismi sono i primi che creano gruppi e quindi separazioni e una cosa che ho notato (non sono certo la sola) è che alle volte si usano inglesismi a pioggia, trasformandoli quasi in un’arma contundente verso chi non sia del nostro settore o chi non si senta a proprio agio con la lingua inglese.
Tutto per una questione di abitudine, o semplicemente per sentirci più cool... ehm fighi!
Ora, chiariamoci bene: io parlo inglese, spagnolo, finlandese e sto anche imparando il sardo (che non è un dialetto, ma un’affascinante lingua con molti dialetti) quindi sono chiaramente aperta alle contaminazioni linguistiche e al conoscere nuovi modi di esprimersi.
Avendo vissuto per un breve periodo in Spagna mi ha sempre fatto sorridere l’abitudine di tradurre anche le parole di uso comune (gli spagnoli per esempio non dicono “mouse”, ma “raton” che vuol dire letteralmente topo) e a quanto ne so anche i francesi fanno altrettanto.
Quello che penso è che l’uso costante e continuo di parole straniere, anche quando hanno un corrispettivo in italiano, non solo crei esclusione, ma ci faccia anche dimenticare come si dicono certe cose nella nostra lingua; e quando perdiamo questa corrispondenza poi non siamo più in grado di spiegare lo stesso concetto ad una persona che non sia del nostro settore o semplicemente sia poco avvezza all’inglese.
"Non hai veramente capito qualcosa
fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna"
Albert Einstein
Molte volte mi sono trovata a pensare cose come... aspetta come si può dire invece di “performance”? ... ah si, prestazione!
Ecco l’unica cosa su cui sono abbastanza integralista sono quegli orribili adattamenti come “performare”, “skillato”, “briffare”... ecco no, quelli mi fanno venire l’orticaria, anche perché alcuni sono proprio sbagliati, sono delle traduzioni per assonanza.
Non ti offendere se li usi, è semplicemente il mio gusto personale, ma sappi che non sono la sola a pensarla così.
Insomma io non credo che dovremmo eliminare gli inglesismi dalle nostre conversazioni lavorative, non dico neanche che non si possa giocare con le parole (a me per esempio piace molto usare il verbo “pidieffare” quando trasformo un file da word in pdf :-)), penso solo che sia importante mantenere acceso il cervello, coltivare la capacità di bilinguismo, usare le parole con consapevolezza.
Allora il mio piccolo contributo è questo breve e non esaustivo dizionario, che possa valere da promemoria (o se preferisci “remind”) per le volte in cui non ti ricordi più come si dice in italiano :-)
- Accountable / accountability = responsabile / responsabilità
- Area manager = capo area
- Asap = appena possibile, al più presto, prima possibile
- Badge / “badgiare” = cartellino / strisciare o passare il cartellino
- Best practice = buona pratica/prassi, esempio, modello
- Board = collegio o consiglio (di amministrazione)
- Brand = marca, marchio
- Briefing / “briffare” = riunione informativa, operativa / fare rapporto, aggiornare, ragguagliare
- Call = chiamata, telefonata (senso esteso: riunione online)
- CEO (Chief Executive Officer) = AD (Amministratore Delegato) a volte Direttore generale
- Commitment = impegno, senso di appartenenza, dedizione
- Competitor = concorrente
- Customer care = assistenza clienti
- “Customizzare” / Taylor made = personalizzare / fatto su misura, in modo sartoriale
- Deadline = scadenza
- “Deliverare” = consegnare
- Di default = predefinito
- Effort = sforzo, impegno
- Endorsement / “endorsare” = approvazione / esprimere approvazione (con una dichiarazione o una recensione)
- Engagement o commitment = coinvolgimento, impegno, adesione ad un progetto
- Feedback = riscontro
- “Forwardare” = inoltrare
- Funnel = imbuto (di marketing)
- “Ingaggiare” = come traduzione di “engage”. In italiano il verbo ingaggiare vuol dire mettere sotto contratto (specialmente riferito al mondo dello spettacolo e dello sport) oppure iniziare un combattimento. Altrimenti il verbo corretto è “coinvolgere”
- Gap = divario, lacuna, disallineamento
- Low profile = basso profilo
- Manager = dirigente
- Non profit = senza fini di lucro
- Overview = panoramica, visione d’insieme
- Performance / “performare” = prestazione / avere una prestazione
- Prospect = potenziale cliente
- “Quotare” = in italiano esiste il verbo quotare, ma non riguarda una citazione (in inglese “quote”), bensì il dare un valore di mercato. Se stiamo ripetendo parole di altri il verbo adatto è quindi “citare” o posso semplicemente scrivere “cit.”
- Recruiting / scouting = ricerca e selezione (del personale)
- Remind = promemoria
- Retail = vendita al dettaglio / distribuzione
- Royalty = diritti d’autore
- Rumours = voci di corridoio, pettegolezzi, voci non ufficiali
- “Scerare o sherare” = condividere
- "Schedulare” = pianificare
- Skill / skillato = capacità, abilità competenze / abile, capace, competente, qualificato
- Soft skill = competenze trasversali
- Stakeholder = portatore di interessi
- Storytelling = tecniche o capacità narrative oppure narrazione (a seconda del contesto)
- “Targettizzare” = adeguare ai destinatari o anche profilare
- Team work = lavoro di squadra
- Timeline e roadmap = scaletta (cronologica), tabella di marcia
- Upload/download = caricare/scaricare
- Workshop = seminario, convegno, laboratorio, corso
Ho inserito solo i termini più comuni che mi sono venuti in mente, spero non ci siano "gap" fondamentali :-)
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LILIA PAVONE
Avvocato pentito, patita dei Beatles, formatrice dal 2007, moglie, figlia, sorella, zia e amica.
La mia missione: Essere un trampolino e una cassa di risonanza per i talenti delle persone che accompagno in un percorso di crescita.
La mia visione: Avere un mondo di persone che pensano #amoillunedì!
I miei valori:
CONDIVISIONE: donarsi come professionista e come persona, condividendo tutto ciò che so e tutto ciò che sono.
DIVERTIMENTO: l’ironia salverà il mondo (insieme alla bellezza), perché il sorriso alleggerisce la tensione e consente di attingere a risorse altrimenti irraggiungibili.
CRESCITA E CURIOSITA’: una formatrice non può che credere nel valore della crescita continua attraverso il costante aggiornamento.
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