Prevenire la sindrome da rientro
Spesso nel nostro bagaglio quando partiamo per le vacanze c'è un "articolo" invisibile, impalpabile eppure molto ingombrante: lo stress!
Insieme ad esso carichiamo nelle nostre valigie anche una serie di aspettative tanto più intense, quanto più intenso è stato il periodo lavorativo dalle ultime ferie al giorno della partenza.
Non credo di sconvolgerti se ti dico che stress e aspettative non sono dei buoni compagni di viaggio, anzi sono quelli che più facilitano l'arrivo della sindrome da rientro quando le ferie volgono al termine e soprattutto i primi giorni dopo il ritorno al lavoro.
Negli Stati Uniti la chiamano post-vacation blues e produce una sensazione di malessere fisico e psicologico con tanto di insonnia, irritabilità, emicrania, mancanza di concentrazione, fino anche alla depressione.
E allora come si fa ad evitarla?
Si gioca d'anticipo con qualche piccolo consiglio pratico, ma soprattutto si mette in campo una strategia di lungo termine, perché non si può risolvere "in poche semplici mosse" una questione che ha radici lontane.
Consigli pratici:
come preparare una valigia virtuale
piena di serenità e relax
per godere pienamente le vacanze
- Pianificare le attività da svolgere prima delle ferie in ordine di priorità: prima le più importanti e fondamentali dalle più complesse alle più semplici, poi tutte le altre ma sempre dalle più complesse alle più semplici
- Lasciarsi un margine per gli imprevisti che tipicamente capitano nei momenti meno appropriati (ricordi le leggi di Murphy?!)
- Pianificare le prime giornate post ferie prima di andare in ferie (per scaricare la testa dai pensieri che potrebbero affacciarsi durante gli ultimi giorni di vacanza e per avere subito una direzione organizzata una volta rientrati)
- Organizzare eventuali passaggi di consegne, indicazioni per chi dovesse restare in ufficio in tua assenza, impostare il messaggio di risposta automatico alle email.
- Se le tue vacanze durano più di una settimana, allora organizzati per tornare a casa da eventuali viaggi due o tre giorni prima rispetto al rientro in ufficio.
Così potrai:
Fare "decompressione"
Disfare le valigie con calma e sistemare le tue cose prima di ripartire con la routine
Goderti la tua casa e la tua città fuori dal tran tran quotidiano e fare quelle cose che non hai mai tempo di fare
Magari buttare giù un programma per le vacanze successive o per un week-end di relax dopo poco tempo dal ritorno
Regolarizzare gradualmente il tuo bioritmo e la tua alimentazione, magari riprendendo o iniziando anche a fare sport.
Questi consigli pratici sono semplice buon senso e restando in metafora di viaggio corrispondono alla preparazione delle valigie.
È importante organizzare bene le valigie, ma se il viaggio non è ben pianificato non è certo questa attività che salverà le tue vacanze.
Fuori di metafora, se è vero che è importante organizzare le attività subito prima e subito dopo le ferie, è anche vero che se il nostro approccio al lavoro è scorretto tutto l'anno, non saranno poche azioni last minute a raddrizzare la rotta.
Consigli pratici di lungo termine
Innanzitutto ci sono le buone pratiche da mantenere nel lungo termine:
- Prendersi regolarmente delle pause più brevi (un weekend lungo, un giorno infrasettimanale ogni tanto) e non concentrare tutte le aspettative su un solo momento di stacco dal lavoro
- Organizzarsi per riuscire ad avere almeno un giorno alla settimana in cui non fare proprio nulla di legato al lavoro, neanche aprire la posta o vedere un'anteprima di una notifica e neanche ricevere messaggi.
Ci sono molti studi al riguardo che dimostrano quanto frasi e azioni come "Vabbè dai, solo un'occhiata veloce alla posta" abbassino drasticamente la qualità del riposo di una giornata festiva o di ferie.
(Su questo tema e su altri correlati ti consiglio vivamente la lettura di "Produttività 300%. Triplica i risultati e goditi la vita" - Max Formisano, Uno Editori, 2016) - Coltivare con costanza qualche hobby o passione (non c'è bisogno di dedicarci moltissimo tempo, ma è importante essere costante)
- La stessa cosa del punto precedente vale per le relazioni con famiglia e amici: curare i rapporti, anche con piccoli gesti
Quando nei corsi o nelle consulenze individuali parlo di questi punti, la buona parte delle persone mi guarda come se fossi un alieno e in genere la reazione è tanto più intensa quanto più le persone sono in una fase ascendente di carriera o sono già in posizioni di rilievo.
Eppure Mort Meyerson, ex amministratore delegato di diverse aziende americane nel settore informatico (EDS e Perot Systems) l'ha detto fin dal 1996 che nella prima delle due aziende aveva contribuito a creare un sistema per cui settimane lavorative di 80 ore erano la norma, un sistema in cui molti dipendenti si erano arricchiti, ma nello stesso momento in cui aumentava la ricchezza economica si creava intorno ad essi un'enorme miseria personale.
Non è un caso che lui abbia scritto queste, e molte altre interessanti parole sull'approccio al business, in un articolo intitolato "Everything I thought I knew about leadership is wrong" (Fast company, aprile 1996).
E come è possibile che ancora oggi queste cose suonino come "roba dell'altro mondo"?
La risposta la offre Joe Jaworski un altro CEO americano che dopo aver lavorato anche per la Royal Dutch/Shell ha scritto che se vuoi un'esplosione di creatività e il tipo di prestazione che conduce a risultati davvero eccezionali, allora devi essere disposto a imbarcarti in un viaggio che porti all'allineamento dei tuoi valori e delle tue aspirazioni individuali con i valori e le aspirazioni della tua azienda.
Ed eccoci quindi alla vera e propria
Strategia di lungo termine
In realtà non si tratta neanche di "allineare" i propri valori e obiettivi a quelli aziendali, quanto piuttosto di scoprire i propri valori, metterli in scala di priorità e valutare fino a che punto corrispondono con quelli del lavoro che si è scelto e dell'azienda per cui si lavora.
Missione, visione e valori, non sono parole che riguardano solo le grandi aziende, ma ciascuno di noi come persona e professionista.
Solo guardandomi dentro posso avere il termine di paragone per capire se quello che c'è fuori è in armonia o meno.
Solo avendo una forte bussola interiore, posso fare scelte di carriera sostenibili sul lungo termine.
E quando non posso scegliere? E certo, perché non sempre le alternative abbondano nel mercato del lavoro di questi tempi. Be' converrai con me che proprio perché le opzioni scarseggiano, bisogna avere occhio per trovarle, e gli occhiali della consapevolezza di cosa ci fa star bene sono i più adatti allo scopo.
La riconnessione con se stessi si ottiene anche con pratiche fortunatamente sempre più diffuse come il mindfulness, che grazie alla meditazione ci stacca dai ritmi sempre più frenetici e ci rivela intuizioni sul nostro io più profondo.
Inoltre nelle aziende si diffonde sempre di più la figura professionale del Chief Happiness Officer, un ruolo espressamente pensato per curare il benessere e la felicità delle persone come elemento al centro delle scelte strategiche e della cultura aziendale (se ti interessa specializzarti in questo ruolo o comunque approfondire il concetto ti consiglio di "googlare" 2bhappy e troverai Daniela Di Ciaccio e Veruscka Gennari, le migliori in Italia su questo tema).
E se nonostante tutto la sindrome da rientro ti colpisce?
Prendila per quello che è: un segnale, un sintomo che come tale non va tacitato, ma approfondito, indagato con domande che ti aiutino a capire cos'è che non va e conseguentemente a trovare le soluzioni.
Non fare finta di niente, ascolta la richiesta d'aiuto del tuo lato più autentico che cerca di dirti qualcosa e se non sai quali sono le domande giuste per trovare le cause e le soluzioni, sappi che ci sono passate altre persone e che molte di loro hanno alleviato e risolto i propri problemi grazie alla Ruota della Realizzazione.
A me non resta che augurarti BUONE VACANZE!
Dillo ad un amico
LILIA PAVONE
Avvocato pentito, patita dei Beatles, formatrice dal 2007, moglie, figlia, sorella, zia e amica.
La mia missione: Essere un trampolino e una cassa di risonanza per i talenti delle persone che accompagno in un percorso di crescita.
La mia visione: Avere un mondo di persone che pensano #amoillunedì!
I miei valori:
CONDIVISIONE: donarsi come professionista e come persona, condividendo tutto ciò che so e tutto ciò che sono.
DIVERTIMENTO: l’ironia salverà il mondo (insieme alla bellezza), perché il sorriso alleggerisce la tensione e consente di attingere a risorse altrimenti irraggiungibili.
CRESCITA E CURIOSITA’: una formatrice non può che credere nel valore della crescita continua attraverso il costante aggiornamento.
PACE: le capacità di ascolto (di noi stessi e degli altri) e di comunicazione empatica sono le migliori strategie di prevenzione del conflitto, sia nel quotidiano che su larga scala.
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