Motivare un gruppo di lavoro con Superman e la poesia
Ti immagini Superman tutto intento a motivare un gruppo di lavoro attraverso la lettura interpretata di una poesia?
No, eh? Beh, neanche io; ma al di là dell'apparente assurdità dell'abbinamento di questi concetti, il discorso ha un senso.
Partiamo dal principio. Molti anni fa su consiglio di un collega formatore ho visto un bellissimo film ispirato ad una storia vera: "Coach Carter", interpretato fra gli altri dal fantastico Samuel Jackson.
Senza svelare troppo del film, che ti raccomando di guardare o rivedere, posso dirti che in una scena saliente un personaggio parla di quale sia la sua più grande paura e quella del suo gruppo di amici.
Tempo dopo ho scoperto che il testo che viene recitato in questo film è un libero adattamento di una poesia di Marianne Williamson (Scrittrice, politica e TED speaker americana), che a sua volta pare abbia tratto ispirazione da un particolare libro spirituale e filosofico intitolato "Un corso in miracoli" (Curatore: Foundation for inner peace, trad. Isabella Popani, Fulvio Merlino, Sergio Pestarino, Macro edizioni 2022).
La nostra paura più profonda - Marianne Williamson
La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite.
È la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più.
Ci domandiamo: "Chi sono io per essere brillante,
pieno di talento, favoloso?”
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo, non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi: è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere,
inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza automaticamente libera gli altri.
Potente, bella, liberatoria!
Puoi facilmente intuire quanto potenziale resti inespresso in un gruppo di lavoro per dinamiche simili a quelle descritte da questa poesia.
Pensando a quanto accade nei luoghi di lavoro e a quello che mi raccontano i clienti mi vengono in mente alcuni esempi:
- Paura di suscitare invidie
- Timore di apparire arroganti
- Evitare il rischio di brutte figure
- Bassa autostima
- Incapacità di alcuni leader di gestire persone più brave di loro su alcuni aspetti
- Desiderio di alcune risorse di non attirare troppo l'attenzione
- Resistenza al cambiamento
Già questo breve elenco non esaustivo fa venire voglia di rimboccarsi le maniche per porre rimedio ed avere gruppi più performanti.
E cosa ha a che fare tutto questo con Superman?
Ho recentemente letto con molto interesse un libro intitolato "Il paradosso del successo" (Rosanna Orlando e Anna Calvenzi, Ponte alle Grazie 2013) e ad un certo punto ho trovato uno spunto di riflessione che mi ha fatto pensare a "Coach Carter" e alla poesia di Marianne Williamson (ed ecco che il cerchio si chiude).
Superman è diverso dagli altri supereroi perché lui arriva sulla terra già con i suoi superpoteri, mentre gli altri supereroi sono persone comuni che per un qualche incidente (la puntura di un ragno, un esperimento mal riuscito o cose simili) ricevono delle capacità straordinarie.
Superman bambino non riesce a controllare bene i suoi poteri e questo rischia di mettere in pericolo gli altri e perciò fa paura; per questo motivo i suoi genitori adottivi lo spingono a tenere nascosta la sua forza e lo trasformano un po' per volta nel mediocre e imbranato Clark Kent.
I supereroi di solito sono persone normali
con un alter ego "super",
per Superman è vero il contrario.
La cosa che mi ha colpito in questa teoria è che Clark Kent in qualche modo protegge Superman.
Lo protegge da cosa? In un primo momento dai suoi stessi poteri, che se non controllati possono essere controproducenti, e poi anche dagli sguardi indiscreti, da chi potrebbe volerne fare un fenomeno da baraccone, dal timore e dall'invidia della gente che da un lato desidera di essere salvata, ma che a volte si rivolta contro i propri salvatori.
Quanti Clark Kent stanno proteggendo il loro Superman
nel tuo gruppo di lavoro?
E soprattutto come fornire loro
una cabina telefonica dove trasformarsi?
Spesso si sente dire che per motivare un gruppo occorre motivare i sigoli individui che lo compongono.
Questo è vero, ma anche parziale.
Le migliori cabine o porte girevoli per far venire fuori i supereroi nascosti hanno nomi come fiducia, collaborazione, circolazione delle idee, assenza di giudizio, leadership.
Stiamo parlando di un vero e proprio clima che non si può generare dall'oggi al domani, non si può improvvisare senza sapere da dove partire, ma può essere costruito partendo da piccoli cambiamenti quotidiani.
Per esperienza più si cerca di cambiare il clima con grossi eventi e squilli di tromba, meno il tutto funziona.
Bisogna partire in punta di piedi con piccole ma sostanziali azioni che facciano percepire un cambiamento di direzione.
Qualche esempio per essere concreti:
- Fornire feedback di rinforzo (qualcosa di simile alle "lodi da un minuto" per chi abbia letto "One minute manager")
- Praticare maggiormente l'ascolto
- Richiedere e valutare seriamente suggerimenti e spunti di miglioramento
- Non praticare e scoraggiare negli altri i pettegolezzi su colleghi e le speculazioni su avanzamenti di carriera, strategie di lobbing interne e simili
A queste azioni più semplici si possono aggiungere altre più strategiche e sistemiche, che quindi richiedono un momento di riflessione
- Riflettere sulle tematiche ricorrenti, individuarne le cause e cercare soluzioni totali o quanto meno parziali
- Offrire fiducia (ovvero riflettere sulle policy, semplificarle, alleggerire ove possibile i passaggi burocratici di controllo)
- Ridurre il micromanaging e offrire maggiori margini di autonomia
Se vuoi iniziare un percorso di cambiamento io posso essere la porta girevole della trasformazione in Superman, basta chiedere informazioni senza impegno attraverso questo semplice modulo di contatto.
La trasformazione la può iniziare chiunque, indipendentemente dal ruolo aziendale perché è vero che nella storia di un altro famoso supereroe ricorre la frase "Da un grande potere derivano grandi responsabilità", ma è anche vero che chi si prende la responsabilità di agire per il meglio ne riceve un grande potere, e questo in qualche misura lo possiamo fare tutti.
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LILIA PAVONE
Avvocato pentito, patita dei Beatles, formatrice dal 2007, moglie, figlia, sorella, zia e amica.
La mia missione: Essere un trampolino e una cassa di risonanza per i talenti delle persone che accompagno in un percorso di crescita.
La mia visione: Avere un mondo di persone che pensano #amoillunedì!
I miei valori:
CONDIVISIONE: donarsi come professionista e come persona, condividendo tutto ciò che so e tutto ciò che sono.
DIVERTIMENTO: l’ironia salverà il mondo (insieme alla bellezza), perché il sorriso alleggerisce la tensione e consente di attingere a risorse altrimenti irraggiungibili.
CRESCITA E CURIOSITA’: una formatrice non può che credere nel valore della crescita continua attraverso il costante aggiornamento.
PACE: le capacità di ascolto (di noi stessi e degli altri) e di comunicazione empatica sono le migliori strategie di prevenzione del conflitto, sia nel quotidiano che su larga scala.
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