Il lavoro è un gioco o i giochi aiutano a lavorare meglio?

Sicuramente NON ti è mai capitato di partecipare ad una riunione noiosa. E non ti sarà neanche MAI successo di assistere ad una conferenza soporifera, giusto?  

Personalmente ritengo che alcuni leader, professori e relatori di ogni genere dovrebbero essere denunciati per noia aggravata.

Forse ho esagerato un po’, ma il concetto mi pare chiaro: certe volte ci sono persone che si prendono troppo sul serio e invece si dovrebbero prendere un po’ più per il…naso :-)

Hai mai pensato alla differenza fra le parole “serio” e “serioso”?

La prima parola si riferisce a qualcosa o qualcuno di importante, degno di credibilità, fiducia e stima; la seconda si riferisce a qualcuno atteggiato al serio, ovvero che ha un aspetto concentrato, grave, assorto, ma che spesso non ha delle basi di sostanza.

Anche dando il beneficio del dubbio a molte persone seriose riguardo al fatto di essere anche serie e di avere dei contenuti validi, io mi domando da dove sia nata questa convinzione che per parlare di lavoro e di cose serie o per insegnare qualcosa bisogna per forza avere una modalità seriosa, che fa rima con noiosa e anche con gazzosa e mimosa (ma queste ultime due le ho messe solo perché mi mettevano allegria e a breve vedremo quanto l’allegria sia importante).

Hunter Doherty, meglio noto come Patch Adams, ha chiarito il concetto in maniera migliore di me:


“Sono stato un clown di strada per trent'anni e ho tentato di rendere la mia vita stessa una vita buffa. Non nel senso in cui si usa oggi questa parola, ma nel senso originario. "Buffo" significava buono, felice, benedetto, fortunato, gentile e portatore di gioia. Indossare un naso di gomma ovunque io vada ha cambiato la mia vita”

Eppure mi sembra che il buon vecchio Patch ne abbia fatte di cose serie, non credi? 

Cosa vuoi dire Lilia, che dobbiamo essere spiritosi a tutti i costi?

Non è quello che intendo e per spiegare meglio il senso della curiosità, della scoperta e del divertimento ti racconto una storia che sembra triste, ma non lo è: mio nonno ha vissuto 91 anni ed è stato lucido fino all’ultimo momento.

Quando però era evidente che il fisico non lo stava più accompagnando fece una chiacchierata con un prete il quale gli chiese se aveva paura della morte; lui rispose:

“Più che avere paura sono curioso. Mi rode solamente il fatto che non la potrò raccontare…già, mi rendo conto che la morte è l’unica esperienza della vita che non puoi raccontare a nessuno”.

Io da questo episodio ho imparato due cose:

  1. La vita è continuo apprendimento e non dobbiamo mai            perdere la curiosità;

  2. Quando arriverà il tizio con il mantello nero e la falce io          voglio farmi trovare viva davvero e non morta dentro da            chissà quanti anni.

  E quand’è che ci sentivamo davvero vivi per tante ore al           giorno senza temere l’apprendimento, e anzi lo                       consideravamo parte del nostro divertimento?

  La risposta la sai già.

È per questo che ho creato “ApprenDivertimento”, una metodologia utile a chiunque insegni, gestisca riunioni, seminari, conferenze o abbia un ruolo di mentore o formatore, perché c’è tanta gente che ha dentro di sé un patrimonio enorme di conoscenza, ma lo comunica in maniera così inefficace da sprecarne la gran parte.

L'utilizzo di dinamiche leggere - ma sfidanti - è la soluzione migliore per veicolare contenuti e far apprendere capacità e comportamenti.

Spesso chi dovrebbe ascoltare concetti utili e importanti per la propria crescita o addirittura per la propria sicurezza, chiude a doppia mandata la porta dell’apprendimento perché dopo una breve sbirciata ha visto solo la nebbia della noia e allora tanto meglio chiudersi nella comodità di casa (dove ci sono le mie vecchie abitudini, le conoscenze e convinzioni che non voglio mettere in dubbio, il comfort di ciò che conosco già, insomma tutto meno che l’apprendimento).

Certo usare dinamiche giocose e pragmatiche in contesti seri e seriosi può creare qualche perplessità, sicuramente rompe gli schemi e a qualcuno romperà anche le scatole ed è proprio per questo che nelle consulenze e aule che tengo sulla metodologia “ApprenDivertimento” uno dei primi argomenti che tratto è proprio quello delle resistenze che si possono incontrare nel pubblico e come superarle.

Se sei un leader, un docente, un formatore, se devi passare contenuti e motivazione ad un gruppo di persone ricorda che la porta dell’apprendimento può essere aperta solo dall’interno, ma tu puoi imparare a bussare in una maniera più efficace.

E tu sei serio o serioso?

Se vuoi diventare più "apprendivertente" sai che la mia porta è quella giusta a cui bussare.

Divenni un esploratore dei continenti dell'esperienza e del divertimento
facendo ricerca nel laboratorio dell'umanità”

Patch Adams

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LILIA PAVONE

Avvocato pentito, patita dei Beatles, formatrice dal 2007, moglie, figlia, sorella, zia e amica.

La mia missione: Essere un trampolino e una cassa di risonanza per i talenti delle persone che accompagno in un percorso di crescita.

La mia visione: Avere un mondo di persone che pensano #amoillunedì!

I miei valori:

CONDIVISIONE: donarsi come professionista e come persona, condividendo tutto ciò che so e tutto ciò che sono.

DIVERTIMENTO: l’ironia salverà il mondo (insieme alla bellezza), perché il sorriso alleggerisce la tensione e consente di attingere a risorse altrimenti irraggiungibili.

CRESCITA E CURIOSITA’: una formatrice non può che credere nel valore della crescita continua attraverso il costante aggiornamento.

PACE: le capacità di ascolto (di noi stessi e degli altri) e di comunicazione empatica sono le migliori strategie di prevenzione del conflitto, sia nel quotidiano che su larga scala.

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