Il conflitto in azienda non è il nemico, ma...
“Qui andiamo sempre tutti d'accordo.”
“No no, nessun problema!”
“Inutile dirglielo, tanto non cambierà nulla…”
Se queste frasi ti suonano familiari, è possibile che nella tua azienda ci sia più conflitto di quanto sembri. Solo che invece di essere visibile (e gestibile), è sommerso, silenzioso e... altamente tossico.
Ma andiamo con ordine.
🤜🤛 Cos'è davvero il conflitto sul lavoro?
Il conflitto non è necessariamente negativo. Anzi, se ben gestito, può essere una leva di crescita, cambiamento, innovazione.
Il problema non è il conflitto, ma come lo affrontiamo (o lo evitiamo).
Quando il conflitto è esplicito può essere una grandissima rottura di scatole è vero: solitamente non è bello da vedere, mette a disagio, fa perdere tempo in inutili discussioni di principio, rallenta i processi decisionali e anche le fasi operative perchè si creano inimicizie e fazioni che ostacolano l'auspicabile collaborazione fra colleghi, funzioni e reparti.
Però un conflitto di questo tipo è alla luce del sole, le posizioni sono chiare e quindi si possono individuare più facilmente gli interessi in gioco ed eventualmente anche le soluzioni.
✅ Ecco in sintesi le caratteristiche del conflitto esplicito
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- È chiaro, dichiarato, visibile (talvolta anche troppo!).
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- Le persone litigano, discutono, si confrontano.
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- Può essere faticoso da gestire, ma almeno le tensioni sono sul tavolo.
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- Se affrontato in modo assertivo, può generare soluzioni e maggiore chiarezza nei ruoli, nei processi, nelle relazioni.
- Se affrontato in modo assertivo, può generare soluzioni e maggiore chiarezza nei ruoli, nei processi, nelle relazioni.
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Quando il conflitto è sommerso tutto resta apparentemente più calmo, le riunioni sono più veloci, ma poi nella messa a terra delle decisioni iniziano sabotaggi e rallentamenti, inutili lungaggini e dispettucci, pettegolezzi e occhiate strane.
In generale si crea un'aria poco respirabile che porta le persone a non vivere bene l'ambiente di lavoro arrivando perfino al disimpegno e all'assenteismo.
✅ Ecco in sintesi le caratteristiche del conflitto sommerso
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Non si vede. Non si dice. Ma si sente.
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Le persone non parlano, si tengono dentro i malumori.
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Il clima si fa pesante, i silenzi diventano taglienti, i “non detti” creano muri invisibili.
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Emergono disimpegno, passività, cinismo
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Si manifesta un forte calo della motivazione e delle performance.
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⚠️ 5 segnali per riconoscere un conflitto sommerso in azienda
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Ci sono battute passive-aggressive o silenzi imbarazzanti
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Le chat interne esplodono… ma poi di persona nessuno parla
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Tutti dicono “sì”, ma poi non si agisce come concordato
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Si inizia a parlare alle spalle o a isolare qualcuno dal team
- Si attuano ritorsioni indirette (per esempio applicando regole alla lettera per ostacolare persone/gruppi o progetti)
Se ne riconosci anche solo 2 su 5, forse è il momento di agire.
Dove i conflitti vengono affrontati, ma con rispetto e ascolto.
Dove si può dissentire, ma restare alleati.
Un ambiente in cui non ci sono tensioni sotterranee rilevanti, si collabora per uno stesso obiettivo, si propongono idee senza paura favorendo l'innovazione e tutti crescono individualmente e collettivamente.
In poche parole: l'azienda funziona.
Attenzione, non sto dicendo che la situazione è come quella della famiglia del Mulino Bianco, le persone dissentono, hanno divergenze di opinioni, manifestano punti di vista contrastanti ma si esprimono con rispetto e si ascoltano vicendevolmente.
🤬 Ci si manda mai a quel paese?!
Sì, può capitare anche quello saltuariamente, ma poi si fanno decantare le emozioni e ci si stringe la mano.
🛠️ Tre azioni veloci per gestire i conflitti (senza diventare psicologi)
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Dai spazio alle emozioni, ma con la comunicazione nonviolenta
Crea occasioni per confrontarsi con lo schema
1️⃣ fatti
2️⃣ emozioni
3️⃣ bisogni
4️⃣ richiesta
Obiettivo: capirsi, non sfogarsi. -
Allenati a chiedere e non a supporre
“Perché hai fatto così?” è meglio di “Tanto lo fai sempre”.
Fai domande sincere prima di giudicare. -
Riconosci il disagio, anche se non hai soluzioni
A volte dire “Capisco che questa situazione ti crea frustrazione” apre più porte di mille proposte operative. È uno dei passi della tecnica P.A.C.E. che utilizzo nella gestione del dissenso.
Ignorare il conflitto non lo fa sparire. Lo rende solo più subdolo, più dannoso, più pericoloso.
Meglio imparare a gestirlo — con assertività, ascolto e un pizzico di coraggio.
Hai riconosciuto qualche dinamica del tuo team o nel tuo ufficio?
Parliamone. Anche i conflitti, se li affronti bene, possono diventare alleati. 😉
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LILIA PAVONE
Avvocato pentito, patita dei Beatles, formatrice dal 2007, moglie, figlia, sorella, zia e amica.
La mia missione: Essere un trampolino e una cassa di risonanza per i talenti delle persone che accompagno in un percorso di crescita.
La mia visione: Avere un mondo di persone che pensano #amoillunedì!
I miei valori:
CONDIVISIONE: donarsi come professionista e come persona, condividendo tutto ciò che so e tutto ciò che sono.
DIVERTIMENTO: l’ironia salverà il mondo (insieme alla bellezza), perché il sorriso alleggerisce la tensione e consente di attingere a risorse altrimenti irraggiungibili.
CRESCITA E CURIOSITA’: una formatrice non può che credere nel valore della crescita continua attraverso il costante aggiornamento.
PACE: le capacità di ascolto (di noi stessi e degli altri) e di comunicazione empatica sono le migliori strategie di prevenzione del conflitto, sia nel quotidiano che su larga scala.
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